Castello Cantelmo Pettorano sul Gizio

Posizione: borghi

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Il castello di Pettorano sul Gizio fa parte di un sistema di fortificazione comprendente i castelli circostanti di Popoli, Pacentro, Raiano, Vittorito, Prezza e Anversa. L'imponente struttura eretta nell' XI secolo si affaccia sul fiume Gizio dominando, dal colle della Guardiola, l'intera Valle Peligna. Il castello ha sei porte d'accesso. I torrioni cilindrici e il  bastione a punta. lo connotano come struttura difensiva. Le cortine murarie e le torri sono sono interrotte solo da piccole feritoie e archibugiere. Dal centro della fortezza emerge la torre puntone che sovrasta di molto in altezza il resto della costruzione, ritenuto più antico del resto del castello, da alcuni studiosi addirittura altomedievale. Di particolare rilievo è l'ingresso rialzato del puntone, posto sul lato nord, cui si accede tramite un'alta scala a chiocciola moderna, caratterizzato da un architrave con inciso lo stemma dei Cantelmo  Alcune tracce della cinta muraria che circondava il borgo sono ancora individuabili, oltre ad alcune torrette di guardia tuttora riconoscibili. Vittorito, Prezza e Anversa. Durante la dominazione normanna il castello fu feudo di Oddo, figlio di Oddone di Pettorano. Esso ricoprì inoltre un ruolo di primo piano nelle vicende degli Hohenstaufen e nella politica di riconquista dei territori abruzzesi attuata da Federico II. Fu con la dominazione angioina, sul finire del XIII secolo, che assunse un importante ruolo nell'ambito dello stato feudale dei Cantelmo che detennero il possesso di Pettorano sino alla metà del XVIII secolo, quando il feudo passò ai Tocco di Montemiletto. Il complesso fortificato è stato sottoposto, dal 1992 al 1998, a lavori di consolidamento conservativo delle strutture murarie e di rifacimento degli interni a cura della Soprintendenza per i Beni Architettonici dell'Aquila. Il castello, proprietà del Comune di Pettorano sul Gizio, in seguito al restauro compiuto negli anni novanta, è stato parzialmente trasformato in una moderna struttura espositiva e ospita mostre, esposizioni temporanee e concorsi fotografici.

Il castello di Pettorano fu uno dei presidi strategicamente più importanti della Valle Peligna, inserito nel più ampio complesso difensivo comprendente le fortificazioni circostanti di Popoli, Pacentro, Introdacqua, Bugnara ed Anversa degli Abruzzi; la famiglia Cantelmo, durante la sua lunga reggenza, spinta dall’esigenza di controllare il territorio, aveva intessuto una fitta rete di relazioni tra le stesse, permettendo una comunicazione anche visiva, benchè alcuni castelli fossero in linea d’aria molto distanti tra di loro. In un documento risalente al 1093 e conservato nell’Archivio Capitolare di San Panfilo a Sulmona si legge di un primo nucleo fortificato (in castellu qui pectoraniu bocatur) ed è proprio in questo lasso di tempo (1021-1093) che è avvenuto l’incastellamento con la costruzione di strutture fortificate e la delimitazione di un territorio soggetto giuridicamente al castello stesso, inteso come insieme di uomini e interessi. Documentato è anche il feudo di Oddo, figlio di Oddone di Pettorano (durante la dominazione normanna tra gli anni 1154-1161) e già allora il castello costituiva una realtà economica e politica consolidata; più tardi ebbe un ruolo strategico con Federico II di Svevia che attuò una politica di riconquista dei territori abruzzesi in seguito alle vicende oppressive degli Hohenstaufen. Fu però sul finire del XIII secolo, sotto la reggenza angioina di Amile d’Agoult (parente diretto di Carlo d’Angiò che ricevette la fortezza in seguito alle nozze nel 1290 con Giovanna, figlia di Odorisio del Ponte), che il castello assumerà maggiore importanza nell’ambito dello Stato feudale dei Cantelmo: una Margherita “de Agoto” portò in dote il castello a Restaino II Cantelmo e la famiglia detenne il controllo della fortezza fino alla metà del Settecento con il passaggio ai Tocco. Nel 1806 furono aboliti i privilegi feudali ma soltanto nel 1977, dopo una serie di passaggi privati, fu ceduto a titolo gratuito al Comune di Pettorano.

 

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