Santuario Madonna dello Splendore

Posizione: mare

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Sorge sulla collina della città di Giulianova in Abruzzo, sulla sommità a Nord, ed è uno dei luoghi mariani più noti del Centro e Sud Italia. La cronaca seicentesca del monaco Pietro Capullo fa risalire l’origine del santuario al 22 aprile 1557, confondendo la data incisa sulle arcate d’ingresso con quella del miracolo. Di fondazione più remota, collocabile tra la fine del Quattrocento e gli inizi del secolo successivo, in contemporanea alla costruzione di Giulia, primo esperimento di centro di nuova fondazione del Rinascimento, il santuario dello Splendore nasce a seguito dell’apparizione della Madonna circondata di luce su un olmo ad un umile contadino di nome Bertolino; nella sua ultima apparizione la Vergine, comparendo a tutto il popolo giunto sulla collina, fece sgorgare dai piedi dell’albero una sorgente di acqua, tuttora attiva e ritenuta miracolosa, oggi in corrispondenza dell’altare maggiore. Da almeno quattro secoli, il 22 aprile di ogni anno, Giulianova ricorda l’apparizione con solenni festeggiamenti. Il santuario è stato retto per secoli dai padri celestini e, dal 1847, dai francescani cappuccini che eressero la torre campanaria. Divenuta priorato, la chiesa venne ampliata ed arricchita nel Seicento per volontà dei duchi Acquaviva d’Aragona devoti alla Vergine dello Splendore. Oggi la chiesa si presenta secondo le modifiche che ne interessarono l’intera struttura dal 1937 al 1959. In merito al suo patrimonio artistico, sull’altare maggiore si conserva in una raggiera dorata la venerata statua della Madonna dello Splendore, opera lignea policromata del XV secolo. L’interno è decorato dalle pitture di Alfonso Tentarelli con storie della Vergine e dell’apparizione risalenti ai lavori novecenteschi. Nella sagrestia, accanto all’altare, è possibile ammirare una grande tela cinquecentesca di Paolo Veronese raffigurante l’Incoronazione della Vergine con i santi e un prezioso tabernacolo ligneo con inserti in avorio e madreperla del Seicento, condotto dal convento cappuccino di San Michele, prezioso esempio del lavoro dei frati maestri ebanisti detti “marangoni”. Passando nel coro, si ammirano quattro tele di Giacomo Farelli, commissionate dai duchi Acquaviva nel Seicento: l’Annunciazione, la Natività, l’Assunzione e l’Immacolata. All’esterno della chiesa, il complesso del santuario si è arricchito a partire dal 1986 di molti interventi. La via che scende verso il Lido è stata trasformata in una grande Via Crucis: ogni stazione ospita un gruppo bronzeo dello scultore Ubaldo Ferretti, allievo di Pericle Fazzini. Nel chiostro è stato ripristinato il locale, ornato di mosaici, con le fontane e la vasca per immergere gli infermi. Ancora nel chiostro, è possibile visitare la biblioteca “Padre Candido Donatelli” dedicata alla storia e alla cultura abruzzesi.

 

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